sabato 9 agosto 2008

L’ombra dell’anima mia di Garcia Lorca

L’ombra dell’anima mia
fugge in un tramonto di alfabeti,
nebbia di libri
e di parole.

L’ombra dell’anima mia!

Sono giunto alla linea dove cessa
la nostalgia
e la goccia di pianto si trasforma
alabastro di spirito.

(L’ombra dell’anima mia!)

Il fiocco del dolore
finisce,
ma resta la ragione e la sostanza
del mio vecchio mezzogiorno di labbra
del mio vecchio mezzogiorno
di sguardi.

Un torbido labirinto
di stelle affumicate
imprigiona le mie illusioni
quasi appassite.

L’ombra dell’anima mia!

E un’allucinazione
munge gli sguardi.
Vedo la parola amore
sgretolarsi.

Mio usignolo!
Usignolo!
Canti ancora?


Madrid, dicembre 1919.


PS (mio)

Si canto, al vento
così gli alfabeti si diradano oltre il tramonto
per raggiungere senza parole l'ora più profonda della notte

Buscate, Ago 2008

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