domenica 14 settembre 2008

Fini e il fascismo

Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, prende posizione dopo le polemiche scatenate dal ministro Ignazio La Russa e dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, su Salò e sulle leggi razziali: "E' doveroso dire che, se non è in discussione la buonafede, non si può equiparare chi stava da una parte e combatteva per una causa giusta di uguaglianza e libertà e chi, fatta salva la buonafede, stava dalla parte sbagliata".

"Chi è democratico cioé si riconosce nei valori della libertà, dell'uguaglianza e della giustizia sociale è antifascista, ma non tutti gli antifascisti in Italia erano democratici", dice Fini dal palco della festa dei giovani di An.

"Sono convinto non da oggi - spiega Fini - che la destra italiana debba senza ambiguità e reticenze dire che si riconosce in alcuni valori certamente presenti nella Costituzione: la libertà, l'uguaglianza e la giustizia sociale. Valori che hanno guidato e ancora guidano il cammino della destra e che sono valori di ogni democrazia e che a pieno titolo sono antifascisti".

Commento. Chi ha strillato contro queste dichiarazioni che sono la svolta che veramente potrebbe chiudere un'epoca? La moglie di Almirante, Storace e Borghezio. Non avevo dubbi sulle nostalgie fasciste di questi tre personaggi. I campioni della "democrazia dal basso" della Lega navigano guidati da questi personaggi (parlo di Borghezio -deputato europeo, addirittura!- e "stretto collaboratore" di Umberto Bossi) che non nascondono un passato ed un presente di razzismo e fascismo. Chissà quanto tempo ancora il "popolo padano" si farà prendere in giro da questi signori.

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