sabato 1 novembre 2008

La Regina alla fonte (prima parte)

Il castello era inespugnabile: cinto da tre ordini di mura con intorno un fossato largo cinquanta piedi e quattro possenti torri merlate che sovrastavano la pianura. Imponenti.
Guardie scrutavano l’orizzonte, di giorno ed erano attente a ogni piccola scintilla di torcia che potesse rivelare un esercito in avvicinamento, la notte. Un loro allarme e il camminamento delle mura si sarebbe fatto subito carico di arcieri, di armigeri e sarebbero stati issati pentoloni di olio bollente da riversare sopra incauti aggressori.
C’era acqua nel castello che nasceva all’interno delle mura da una pura sorgente e viveri in abbondanza sufficienti a sfamare la guarnigione per due anni interi.
Non mancava nulla nel castello. Il solo pensiero di un attacco esterno sembrava temerario: incuteva rispetto agli amici e terrore ai nemici.
Il fatto che a governarlo fosse una Regina era una ulteriore garanzia. Mai si sarebbe fatta trascinare nelle beghe da uomini: storie d’onore inconcludente e d’orgoglio sterile.
Governava salda, fiera, indomita.
Guardava fisso l’orizzonte senza paura dell’alba o del tramonto, dentro di sé sentiva la forza della natura anzi la natura era lei…
Eppure…
Da molte settimane la Regina sembrava assente, gli occhi persi nel vuoto, indifferente ai doveri della sua carica.
Vagava di giorno e soprattutto la notte sulle mura del castello: al suo passaggio le guardie scattavano in piedi e si irrigidivano in un saluto.
L’ampio mantello la faceva sembrare un uccello della notte un gufo reale, una civetta, una poiana, usciti per la caccia notturna.
Quell’aria raggelava la sentinella e faceva più paura delle ombre che fuori riempivano l'orizzonte.
Cosa aveva la Regina?
Nessuno lo sapeva. Nessuno osava chiedere. Nessuno poteva nemmeno immaginare.
Era una malìa? La malinconia di chi tutto possiede? La paura per una minaccia sconosciuta?
I cortigiani della Regina si erano decisi a chiedere consiglio al più vecchio ciambellano di corte ormai ritiratosi sulla più alta torre del castello perso nei suoi studi di astronomia.
I cortigiani, in realtà, erano una banda di adulatori e millantatori, parassiti che vivevano all’ombra del trono, tanto accondiscendenti e servili con la Regina quanto dispotici e arroganti con il resto della corte. Erano ripagati dalla Regina con una formale deferenza, ma un sostanziale disprezzo: li sopportava perché sbrigavano incombenze sgradevoli del potere. Tutti gli altri sudditi li tenevano a debita distanza. Preferivano non avere nulla a che fare con loro.
Inutile dire che di fronte a un problema vero erano incapaci di articolare un qualsiasi giudizio critico e di prospettare una soluzione.
Il ciambellano aveva continuato a consultare i suoi vecchi libri mentre i cortigiani lo ragguagliavano sulla situazione.
Ogni tanto sembrava scuotersi dal suo mondo e faceva domande pertinenti e ciò era di gran consolazione per gli astanti.
Finita l’esposizione dei fatti, i cortigiani si erano zittiti nell’attesa del responso.
In realtà tutti speravano che il vecchio ciambellano avesse preso la decisione di interrogare direttamente la Regina, nei modi autorevoli e diplomatici che lui sapeva utilizzare.
Il ciambellano non smetteva di consultare il suo libro, quasi che là dentro ci fosse il segreto di tutto, anche della cosa inspiegabile che stava succedendo alla Regina.
Alla fine il ciambellano aveva fatto un ampio gesto e…
(continua)

6 commenti:

  1. ... li aveva cacciati dalla stanza dicendo: "La ragione della gelida tristezza della Regina è nascosta in voi". Dopo di che chiuse con forzail libro e si preparò ad affrontare la Regina. Era arrivato il momento di parlarle apertamente se voleva salvarla dalla sua solitudine.

    RispondiElimina
  2. @fra'. Molto bene... Sintetica e pratica...
    Questa volta la conclusione (mia) sarà più complessa (o contorta , se vuoi ! ) ...
    Ma attenderò qualche giorno per vedere se altri visitatori di questo blog avranno la pazienza di leggere la storia e scrivere il loro finale...

    RispondiElimina
  3. io mi limito ad attendere il tuo finale...
    marina

    RispondiElimina
  4. Grazie Guglielmo...il silenzio copre le parole che nascondiamo in lacrime in novembre...

    RispondiElimina
  5. il finale lo troviamo tra i sogni...

    RispondiElimina

I commenti sono moderati per evitare sgradite sorprese.

Una guida dedicata al mio paese

  Lo scorso anno scolastico ho presentato un progetto alla Scuola secondaria di primo grado (le "medie" di una volta) un progetto ...