sabato 8 novembre 2008

Principi fondamentali (partiamo dall' A, B C): la democrazia

Norberto Bobbio ha definito così la democrazia:

Io ritengo che per dare una definizione minima di democrazia bisogna dare una definizione puramente e semplicemente procedurale: vale a dire definire la democrazia come un metodo per prendere decisioni collettive. Si chiama gruppo democratico quel gruppo in cui valgono almeno queste due regole per prendere decisioni collettive:
1) tutti partecipano alla decisione direttamente o indirettamente;
2) la decisione viene presa dopo una libera discussione a maggioranza.

Tratto dall'intervista "Che cos'è la democrazia?" - Torino, Fondazione Einaudi, giovedì 28 febbraio 1985


Commento. Ora la democrazia (politica, non quella economica che è ancora più difficile da attuare) ha delle regole semplici e chiare. Mi permetto di sottolineare che Bobbio parla di decisioni collettive alle quali partecipano tutti "direttamente o indirettamente" e sappiamo che è in profonda crisi proprio la democrazia indiretta (diremmo "rappresentativa"). Il guaio nostro è che la politica rappresentativa si è resa, come dire, assai autonoma dalla società che dovrebbe "rappresentare" e persegue fini che sono lontani dai bisogni primari delle persone (per bisogni primari intendo lavoro, salute, scuola, servizi sociali). La politica diventa sempre più "difficile" per la complessità delle leggi, delle procedure, dei livelli diversi di responabilità e per questo appannaggio di un ceto di specialisti e professionisti della politica.
Ora se si vuole davvero riprendere il bandolo della democrazia occorre che si ripassino le regole e si applichino innanzitutto nei partiti e poi anche nella società con la democrazia diretta. Esistono tutti gli strumenti per farlo.
Purtoppo non basta mettere l'aggettivo "democratico" ad un partito per esserlo veramente. Così come non è assai ambizioso mettere "libertà" sulla propria bandierà (ma parlerò di Libertà in seguito).

4 commenti:

  1. Quello che manca in Italia è l'unità della sinistra, che oggi si presenta sfrangiata. La regola fondamentale della democrazia che citi sarebbe: tutti quelli di centro-sinistra insieme, si vota sulle diverse decisioni per alzata di mano: la maggioranza vince. Dopo anche chi ha perso accetta la decisione della maggioranza. Questo non esiste in Italia, dove c'è un individualismo pazzesco proprio a sinistra. Temo che abbiamo perso l'idea che il gruppo, il partito considerato nel suo insieme è più importante delle idee dei singoli, che si possono continuare ad avere, ma una volta che si è votato a maggioranza, quella è la linea per tutti, se no come facciamo a contrapporci alla destra in modo unitario?

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  2. @Giorgio. Il mio era un discorso a monte dei partiti, più sui principi.
    Comunque se vuoi entrare nella quotidianità politica, io la penso come te: ci poteva essere una unica forza di sinistra, ma il problema è che non si voleva fare. Non lo voleva la leadership del PD che aveva tutt'altri obiettivi e non lo voleva la galassia a sinistra perché è impegnata da anni a guardarsi l'ombelico...
    Cosa sia destra e sinistra (per me almeno) lo scriverò in un prossimo post.

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  3. allora prima o poi i nostri post si incroceranno: anche io sto appuntandomi le mie idee su cosa sia per me la sinistra
    marina

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  4. ah, dimenticavo: il PD sperava di sfondare al centro, dimenticando che da noi il centro è di destra
    marina

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