domenica 13 settembre 2009

Rifiuti tossici e mafia

A volte, proprio nei momenti piu' bui e torbidi, l'Italia da' la migliore prova di se'.
Per una serie di circostanze un biologo marino Assessore all'Ambiente in Calabria e un magistrato che da anni si batte contro la 'ndrangheta si sono ritrovati insieme a far luce su una delle piu' torbide vicende di mafia-industria e corpi deviati dello Stato: le navi con scorie radioattive affondate.
Se ne parlava da tempo ma non c'erano elementi di certezza e soprattutto mancavano le prove: almeno una nave. Ora la prova c'e'!!!

Onore e grazie dunque all'assessore all'Ambiente della Regione Calabria Silvestro Greco ed al Procuratore della Repubblica di Paola Giordano Bruno.

Da loro e' stata prima scoperta a terra l'acqua inquinata pesantemente  da depositi occulti nascosti dalla'nadragheta lungo i fiumi della Calabria, ora la prova regina  in mare con acqua gravemente inquinata dalle scorie radioattive provenienti dai fusti corrosi nella nave dei veleni appena scoperta a 500 mt di profondita' davanti a Cetraro.

Questa vicenda ha numerosi risvolti di importanza enorme e strategica nella nostra battaglia per la difesa della democrazia in Italia

1) Trovare la nave significa identificare la prima pesantissima prova e il riscontro al pentito di mafia Francesco Fonti che ha parlato per primo del traffico di rifiuti tossici e delle movimentazioni dei rifiuti tossici  tramite navi. Conferma che il traffico dei rifiuti e' su scala industriale e le chiavi sono in mano alle mafie. La nave risulta radiata dal RINA con un falso clamoroso. In Italia scompaiono le navi come noccioline...avvelenate.

2) Il traffico e' internazionale a cavallo tra Italia e continente Africano. La pista libanese viene altrettanto confermata e soprattutto assume una luce accecante la vicenda di Ilaria Alpi. Ilaria era su questa strada, per questo l'hanno eliminata.

3) Se la gente di Cetraro e dintorni ha tassi di tumori e  mortalita'/morbilita' nettamente piu' alti della media il motivo non puo' risiedere solo nei tetti in amianto di Cetraro. L'incremento netto di Il tumori della tiroide, ad esempio,  non viene di certo per l'amianto.

4) Ora la nave deve essere recuperata e l'area bonificata: i costi si prevedono enormi.

5) Trovandoci in piena espansione vertiginosa della nuova politica energetica del governo Berlusconi basata sul rilancio del nucleare, la vicenda della nave Cunsky diventa se non il perno, di sicuro si costituisce come uno dei pilastri piu' importanti della risposta possibile da dare alla lobby mediatico-affaristica.
E rappresenta una risposta al ritornello dei bassi costi del nucleare. Il conto si fa infatti alla fine.
Contro la politica dei filo nucleari da oggi c'e' un enorme carico di scorie radioattive affondato per la connession infame che da sempre esiste tra mondo degli affari e mafie in Italia

6) Le prove. Una donna segui' la vicenda della Cunsky all'epoca. Ora e' la responsabile per l'ambiente di Confindustria (domani altro scoop di Andrea Palladino sul Manifesto!)....

Lo scontro si fa durissimo. Noi non ci tireremo indietro, ma e' bene che tutti i democratici, le Associazioni, i Movimenti e le organizzazioni dei lavoratori siano vigili perche' ora piu' che mai con questo governo corrotto e corruttore e con queste connessioni ormai evidenti con le varie mafie qualsiasi colpo di coda violento e' possibile.

Grazie ad Andrea Palladino per questo scoop straordinario e per il grande lavoro di documentazione e riscontro pubblicato sul Manifesto. Sul numero di domani un altro capitolo di questa terribile vicenda. Da seguire con estrema attenzione...

Antonio (Mail List Medicina Democratica)



Andrea Palladino (da il Manifesto.it)
Ritrovata la nave dei veleni


E' stato filmato oggi pomeriggio a 483 metri di profondità, a 20 miglia al largo di Cetraro (Cosenza), il relitto della nave fantasma, il cui naufragio non era mai stato dichiarato.
Si tratterebbe della Cunski, uno dei vascelli dei veleni affondati nel Mediterraneo, carichi di rifiuti tossici e radioattivi. La conferma del ritrovamento
è appena arrivata dall'assessore regionale Silvestro Greco. “Ora vogliamo la verità, vogliamo che il governo ci dica dove sono le altre navi”, ha commentato Greco a il manifesto che per primo ha rivelato l'esistenza della nave sul fondo del mare.
I dati della nave Cunski – ufficialmente smantellata il 23 gennaio 1992 – sono assolutamente compatibili con quanto documentato dal robot sceso oggi nelle acque calabresi.
C'è infine una storia libanese che lega le quattri navi coinvolte nel racconto del pentito Fonti: la Jolly Rosso – che si è arenata ad Amantea il 14 dicembre 1990 – la Cunski e le altre due navi fantasma, la Voriais Sparadis e la Yvonne A. I quattro vascelli furono utilizzati tra il 1988 e il 1989 per una operazione di recupero di rifiuti tossici nella zona cristiana del Libano, con la supervisione del governo e i soldi della cooperazione.
Elementi che il manifesto racconterà sul numero in edicola il 13 settembre, aggiungendo nuovi tasselli alla storia delle navi dei veleni, che in molti vorrebbero dimenticare.

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