venerdì 14 maggio 2010

Libri che non avrei dovuto leggere

Ho una attrazione per i libri difficili, quelli che fatico a capire e che, naturalmente, mi impunto di leggere. Sono attratto dall'argomento, dalla recensione che ascolto occasionalmente alla radio ed, immancabilmente, finisco per comprarli. Tra questi in prima fila sono i libri di poesia. Ho fatto un post qualche tempo fa sulla mia incapacità a sentire certa poesia. Ma ci sono esempi di incomprensione anche in altri campi della letteratura e della saggistica.
Ne faccio un breve escursus.
Irritante il libro di Antonio Moresco, Lettere a nessuno, Bollati Boringhieri. Un livore acido percorre tutto il libro. Già il suo romanzo Lo sbrego mi aveva prima appassionato e poi via via deluso, quasi che l'autore si fosse ripiegato nel finale su sé stesso.
Troppo esteso l'orizzonte (seppur interiore) di Thomas Moore, Pianeti Interiori, Moretti e Vitali.
Cristina Campo, Gli imperdonabili, Adelphi. L'ho comprato per un saggio su Chopin ( e da cui speravo di poter ricavare qualche idea su una serata su questo grande pianista e compositore), ma la sua lettura ha portato solo ombre. Mi sono consolato con i bei saggi sui Padri del deserto e l'introduzione al Racconto di un pellegrino russo.
Totalmente su un altro pianeta la poesia di Amelia Rosselli. Confesso la mia abissale impermeabilità a questa poesia.

2 commenti:

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