martedì 2 novembre 2010

Per cimiteri

Le "feste" dei morti sono l'occasione per me per visitare i cimiteri. Non si tratta di devozione per i morti, quelli li visito ogni giorno dell'anno nella mia passeggiata in paese; non è nemmeno la visita ai "miei" morti, i morti sono come i figli: dopo un po' sono "patrimonio" di tutti e quindi la visita ad una qualsiasi tomba è la "visita ai morti". Evito accuratamente di frequentare il cimitero proprio nei giorni di sfrenata kermesse che fa molto contenti soprattutto i fioristi. La mia frequentazione nei cimiteri (in orari strani tipo nelle ore di mezzogiorno nelle quali questi luoghi si svuotano all'improvviso) serve per visitare quelle antiche chiese che vi sorgono e che rappresentano nel novarese e nelle aree di campagna di Lombardia e Piemonte una grandissima ricchezza purtroppo dimenticata. Queste costruzioni nel novarese ad es. sono quasi sempre le chiese principali del paese abbandonate per decreti vescovili a causa di pestilenze o altre calamità e che diventano le cappelle intorno alle quali si raccolgono le sepolture dei "nuovi" cimiteri. Per noi questo periodo si situa all'incirca tra l'XI e il XIII secolo. Queste piccole chiese lasciate un po' in disparte dai paesi sono rimaste nella quasi totalità anche dimenticate da "costruttori" e "distruttori" e quindi intatte anche se progressivamente in pessime condizioni generali. Al loro interno poi si trovano affreschi che in alcuni casi sono di pregevole fattura ed in altri rappresentano solo il modo un po' primitivo ed ingenuo di rappresentare la vita dei santi, le fasi della vita di Gesù ed in particolare i due eventi clou (nascita e morte sulla croce). Qui si possono ammirare delle vere e proprie "Cappelle Sistina dei poveri" alle quali sono molto affezionato. E' una religione semplice e molto diretta che non ha nulla a che fare col rito: il prete sull'altare diceva a questi contadini parole assolutamente incomprensibili (parlava in latino ad un popolo di analfabeti). Loro guardavano questo grande fumetto sulle pareti e capivano tutto quello che c'era da capire.
Certo si era messo di mezzo anche il Concilio di Trento a codificare i messaggi pittorici, le figure da usare e quelle da evitare, le simbologie riconoscibili a Palermo come a Varese; eppure i pittori poi ci mettevano del loro ed è nei particolari che si sviluppa la loro fantasia e si creava un feeling con il "fruitore finale".
Cimitero di Cavagliano Chiesa di San Vito. Copia del dipinto eseguito da Gaudenzio Ferrari nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Varallo Sesia. Affreschi del XV-XVI secolo.

Commento a margine. Notate quel calcagno del soldato seduto a terra sulla destra che sporge dal quadro e sembra appoggiato alla cornice. E' di una modernità impressionante.

Oratorio dei Santi Nazaro e Celso (Sec. XII-XIII). Maria fa il bagno a Gesù. 

Commento a margine. Maria (vestita di tutto punto) fa il bagno a Gesù in un bacile e di fianco sulla destra è acceso il fuoco per riscaldare l'ambiente ed una bambina ha pronto l'asciugamano per asciugarlo. In alto un cane dorme tranquillo. 




 

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