domenica 16 gennaio 2011

Sala d'aspetto

La sala d'aspetto dell'ambulatorio di Endocrinologia è gremita. La malattia si legge sui volti paffuti e congestionati, nei corpi sformati e impacciati nei movimenti. Molte coppie: mariti e mogli grossi e sudati (anche se fuori c'è una nebbia gelida), madri o padri anziani accompagnati dai figli, autisti volontari che accompagnano le persone più mal messe. Poi ci sono gli spaiati, quasi delle mosche bianche che però trovano qui complicità e conoscenze: alla fine gli ammalati si conoscono tutti. 
- Io sono in cura dal dottor Zafferoni.
- Caspita è il primario... proprio bravo. Io invece sono con la dottoressa Leonini, brava anche lei anche se ha un caratterino che...
- Quando si è ammalati si devono subire sempre un sacco di umiliazioni...
- Proprio vero, si.
Si intrecciano dialoghi e qualcuno in disparte guarda nel palmo della mano il telefonino aspettando chissà cosa.
- Carla, si, sono Anna, guarda che sono ancora in ospedale, è due ore che aspetto che mi chiamino, c'è una folla di gente, vedessi. Dì a Beatrice che faccio io l'apertura questo pomeriggio, perché prima di mezzogiorno non riesco a liberarmi. 
Si alza la commessa , alta con gambe chilometriche e due stivali con tacco da 10 cm, quarant'anni, spavalda, T shirt di cotone e sulle ginocchia una giacchetta leggera di pelle sfoderata, una sciarpina di seta con le frange. Quando telefona per lavoro tiene un tono di voce alto che riempie la saletta d'attesa con il suo tono squillante, mette a disagio tutti, io mi posto in fondo alla sala per non vederla. Poi il suo tono si abbassa quando telefona ad uomo e lei tergiversa sulle avance di incontri o cenette, sorride spostandosi i capelli lunghi da una spalla all'altra. Ci sa fare con le persone.

La signora che mi siede di fianco è molto espansiva. Me lo dice e attacca a parlare. Aggiunge subito che è tutt'altro della sorella che invece "è un pezzo di ghiaccio". Si asciuga gli occhi continuamente.
- Vede è Don Bosco che mi ha aiutata. Io glielo avevo detto a mio nipote di pregare per me e sa cosa mi ha detto lui? Che ero io che dovevo pregare per i preti che sono in un mondo di fuoco. Allora io gli ho chiesto se esisteva il diavolo e lui sa cosa mi ha risposto? Che certo il diavolo esiste: persino Don Bosco veniva visitato tutte le notti dal diavolo che andava in camera sua a trovarlo. Mio genero è un pezzo grosso dei salesiani, segue la pastorale giovanile del Piemonte e della Val d'Aosta. Non sembra neanche figlio di mia sorella...
Sa io abito sola in una casa grande che è quella di famiglia, anzi di due famiglie che vivevano insieme: quella di mio padre (che aveva sei figli) e quella di suo fratello che ne aveva quattro di figli. Eravamo di origine veneta e quando siamo venuti qui a Novara la famiglia si teneva tutta insieme, che ci tenavamo alla famiglia. E mangiavamo tutti insieme nella cucina, su un tavolone che è ancora lì. Solo che ora mangio sola. Lei di dov'è?
- Di Pernate...
- Di Pernate? Io venivo sempre giù a mangiare il gelato dalla Marietta. La conosce la Marietta?
- Si, e anche il suo gelato...
- Troppo buono. Sa io non so resistere, io mi fermerei ogni giorno ed anche in pasticceria. Lo so non mi fa bene, ma non so resistere. E poi io sto bene quando ho la glicemia a 300 se mi si abbassa mi cominciano a tremare le gambe... E adesso che è quasi mezzogiorno dove andrò a mettere qualcosa sottto i denti? Se stiamo qui ancora un po' le racconto tutta la storia della mia vita...
La voce metallica dell'altoparlante mi chiama. Mi alzo.
- Vada , vada che il professore l'aspetta.

6 commenti:

  1. Sembra che tu non dica ed invece dici tutto.
    Bellissimo!

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  2. Sì, davvero - molto bello, tragico, vero.
    Grazie per questi ritratti così autentici, e drammatici.

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  3. Spaccato di vita denso di "rumori" vitali.
    Le sale d'aspetto di ambulatori sono spesso luogo di condivisione.

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  4. Che tenerezza quella signora...
    Forse le sale d'aspetto di questo tipo sono gli unici luoghi, ormai, dove si esprime ancora la propria "umanità". Sarà il sentirsi fragili, il sentirsi chiamati dalla stessa sorte...
    Spero però che la tua salute sia ok e non abbia grossi problemi!
    Grazie per il tuo commento (?),ti ho risposto nel mio blog,quando vuoi facci un salto. :)

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  5. "Alla fine gli ammalati si conoscono tutti."

    La malattia come anticipo della famosa 'livella': interclassista, interculturale, interetnica, intergenerazionale.
    La malattia, evento scomodo, non previsto, da scacciare, da ripudiare (benché troppo spesso generata proprio da questo stesso 'progresso'), come imprevedibile rimedio al male sociale dell'incomunicabilità.
    La malattia come cartina di tornasole del maggiore o minore grado di umanità che ancora alberga nei cuori.

    Sarà la malattia a salvarci?

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  6. x Eretica. Ciao a risentirci e benvenuta -:)
    x Franz. La malattia (inspiegabilmente?) ci fa riacquistare umanità. Un vecchio proverbio lombardo dice "Quan ul corpu al sa früsta , l'anima la sa giüsta" che più o meno significa che quando il corpo viene martoriato , l'anima si "aggiusta"....

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