lunedì 26 gennaio 2015

Fra noi vivi che ci scriviamo, le parole servono forse di più?

Angelo diceva che la morte è un paravento di fumo fra i vivi e gli altri. Basta affondarci la mano per passare dall'altra parte e trovare le solidali dita di chi ci ama. Purché si lascino péste, uste, minuzie che conservano il nostro odore.
Fu forse questo pensiero che lo spinse ad affidare a una suora una filza di lettere con date fittizie, da spedire una alla volta due volte l'anno. In esse narrava il romanzo futuro di sé, vantava paternità, impieghi, successi; annunziava indisposizioni da nulla che nella puntata dopo erano già guarire e remote. Sua madre - ci spiegava - sarebbe vissuta più a lungo, aspettando a ogni scadenza il posticcio messaggio in cui si prolungava indefinitamente l'eco della cara voce scomparsa. Sarebbe stato per lei come avere un figlio oltremare, a San Paolo, a Little Italy. Lei morì subito dopo di lui, tuttavia, e suor Tarcisia, se non l'ha saputo, continua certo ancora oggi a impostare queste inferie di un morto a una morta, che nessun postino potrà mai restituire al mitìente (ma fra noi vivi che ci scriviamo, le parole servono forse di più? Ed è poi sicuro che sia suono la vita e silenzio la morte, e non invece il contrario?).

(da Gesualdo Bufalino, Dicerie dell'untore, Classici Bompiani, 2006, cap. III)

Pensierino. Rileggere e risentire la lettura radiofonica di "Dicerie dell'untore" (Rai3 Ad alta voce) è un esercizio che placa, momentaneamente, tensioni e malumori. Costringe a concentrarsi su altre tensioni, a confrontarsi con una scrittura di una vischiosità che ti imprigiona, spigolosa come il volto del suo autore, arcana come una vecchia filastrocca, barocca come alcuni edifici di Palermo, ma potrebbe essere anche Napoli o Lecce. Il pensiero che questa scrittura sia stata a sua volta tradotta ed adattata in un "riduzione" teatrale con la regia Vincenzo Pirrotta e l'interpretazione di Luigi Lo Cascio, mi fa pensare che il gioco continua, all'infinito, alla ricerca di un senso. Perché, evidentemente , il senso compiuto non è stato trovato.

2 commenti:

  1. Non avevo dubbi, Maurizio, che avresti apprezzato... Ti devo confidare che i miei scrittori preferiti sono siciliani...

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