lunedì 19 dicembre 2016

L'amore al tempo dei capelli bianchi

Michel e Lydia si sono conosciuti per caso una sera: lui scendeva da un taxi e lei passava per strada e si sono urtati. Poche battute, un bicchiere al bar e poi ciascuno per la sua strada, non senza essersi scambiati un biglietto da visita. Michel dice di essere passato da casa per poche ore per poi partire subito per Caracas (è un cinquantenne pilota d'aereo); in realtà a casa non lo aspetta nessuno, la sua storia d'amore con Yannik è finita (lei è morta). Lydia dal canto suo a casa ha un marito afasico per un incidente d'auto nel quale è morta la loro unica figlia.
Michel dopo aver avuto un incontro con un ammaestratore di cani, decide di andare a casa di Lydia e poi trascorrono la notte tra locali e feste. Lydia trascina Michel a casa della suocera dove è in corso una festa e perché vuole fargli conoscere il marito.
Lydia ad un certo punto racconta del loro incontro:

(Michel e Lydia durante tutta la notte si danno del "lei").
- Forse domani vengo via anch'io, se è d'accordo.
Ora vedrà Alain (il marito ndr) e capirà perché mi sono aggrappata a lei...
- Si è aggrappata a me? Lei ?
Sono perfino riuscito a ridere.
- Sì, io. Quando mi ha urtata per la strada e ci siamo guardati... Oh, sa com'è: quando si è disperati si è pronti a credere a tutto...
- La vita si difende sempre...
- Ecco, e poi, con molto garbo, ho preso le distanze.
Ma lei non aveva soldi per pagare il taxi, era smarrito e di nuovo, un attimo di assurda speranza... Sembrava un animale braccato, allo stremo...
- Una manna, insomma...
- È meraviglioso poter aiutare qualcuno quando noi stessi avremmo bisogno d'aiuto... Le ho dato nome e indirizzo, me ne sono andata, mi sono buttata sul letto, ho pianto e... aspettato. Verrà, verrà, voglio che venga.
Come una diciassettenne. Non bisogna farsi ingannare dai capelli bianchi, dalla maturità, dall'esperienza, da tutto quello che abbiamo imparato, dalle bastonate che abbiamo preso, da quel che mormorano le foglie d`autunno, da ciò che la vita può fare di noi quando ci prova davvero. Siamo sempre noi, con la stessa innocenza, e continuiamo a credere. Lei è arrivato, ma io sono stata
presa da... dall'impossibilità. Ho ricevuto una cosiddetta buona educazione, quella che ci circonda di barriere.
Per farle cadere ci vuole un vero colpo di testa. L`ho buttata fuori. Fortunatamente lei non aveva scampo ed è tornato... sono venuta a letto con lei.
Sorrise scialbamente.
-   Oh! Molto male. Ero bloccata, schiacciata dai tabù. Godere, si rende conto... Da quando la mia bambina è morta passo il tempo a cercare di convincermi che non ho il diritto di essere felice. Venire a letto per lei poteva ancora essere una scusante, era un dono, un sacrificio, un gesto quasi morale, ma farlo per me... Brr.
La morale è una vecchia pazza. Godere con un tizio che non si conosce, sono cose da nevrotici. Isteria pura. La frigidità è quando morale e psicologia vanno a letto insieme. Se abbiamo perso la nostra ragione di vita e proviamo comunque a vivere ci sentiamo in colpa...
All'improvviso s'interruppe e parve spaventata.
-- Dio mio, Michel, dimenticavo...
- Anch'io, - dissi. - Ma va bene così. Yannik (la compagna di Michel ndr) voleva che mi allontanassi. Sono andato un po' più lontano di Caracas. tutto qui.

(Da Romain Gary, Chiaro di donna, Casagrande, 2001 prima edizione, Bellinzona)

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